“ Cara Giulia” è il titolo del libro che il padre Gino ha scritto dopo la terribile tragedia che gli ha portato via sua figlia. L’ex chiesa del convento dell’Annunciata, per l’ appuntamento organizzato da Iniziativa Donna e L’altra Libreria , lunedì pomeriggio era gremita da tantissime persone di ogni età, accorse per ascoltare il dialogo tra Ivan Donati e Gino Cecchettin. Due uomini , e già questo è inusuale, a parlare di femminicidio e patriarcato. Domande importanti, non facili da fare da parte di Ivan e a cui non è facile rispondere. Ma Gino Cecchettin ha sorpreso tutti per come ha comunicato il suo dolore “ nessun giorno della mia vita sarà senza dolore , perché mi manca Giulia, ho 3 figli, ne ho persa una, non voglio perdere gli altri 2 che devono continuare a vivere, accettando il dolore ma cercando momenti di bellezza, perché la vita è una sola”. Alla domanda perché ha deciso di condividere il suo dolore, ha risposto: “ Ho capito che il dolore non era solo mio, era dentro di me ma era un po’ anche di tutti. Giulia si prodigava per tutti, io non avevo costruito mai niente per il sociale e, poiché Giulia è diventata di tutti, porterò la mia Giulia a tutti”. Come ci influenza la cultura e cos’è il patriarcato? Gino Cecchettin ha detto di averne capito il significato nella vita di tutti i giorni, ripensando a suo padre, ai capofamiglia che imponevano le loro scelte a mogli e figli, e spesso ancora non c’è consapevolezza. Il ‘non piangere, non fare la femminuccia’ rivolto ai maschi, l’uso di termini e barzellette squalificanti fanno ancora parte del bagaglio maschile.
La scuola è fondamentale e occorre lavorare sul linguaggio. Anche nei libri di testo sono presenti gli stereotipi di genere, ad es. le figure manageriali sono maschili. Vivere un amore in parità è molto più appagante.. Gino Cecchettin ha anche raccontato episodi della sua vita di marito in cui inseguiva falsi miti , come quello del maschio alfa, prima di rendersi conto che “ dare sé stesso per l’altra persona è vivere l’amore”. I suoi rapporti con la politica? “ Ho vissuto una tragedia – ha risposto- ho intrapreso un percorso parallelo, politica significa risolvere i problemi della società, io cerco di dare una mano perché c’è un problema, quindi faccio politica e, ispirandomi a Giulia, ho scritto il libro. Ho creato una Fondazione , con un team di professionisti, per intervenire nelle scuole. Faremo una presentazione ufficiale e la Fondazione comincerà ad operare nel 2025.L’obiettivo è affrontare vari temi, far sì che ci si possa difendere in ogni situazione. Faremo rete con altre associazioni per creare case rifugio e borse di studio.” I media? “ Ci sono giornalisti che fanno bene il loro lavoro, la mia regola è: se dopo aver letto mi sento propositivo e mi ha fatto riflettere, significa che è un buon lavoro, se mi ha lasciato sentimenti negativi non lo è. “ Che consigli dà a un genitore, soprattutto con figli maschi? “ Penso alla mia esperienza di figlio, dico non fateli soffrire confrontandoli con altri che considerate ‘migliori’, di ogni figlio va apprezzata l’unicità, va supportato e aiutato a ottenere, con sacrificio, quello che desidera. Fondamentale è il dialogo, ..si vedono anche bambini piccolissimi tenuti buoni con giochi al cellulare. Ha molto aiutato la mia famiglia una regola di mia moglie: niente tv in cucina e pranzare tutti insieme. Questo ci ha permesso di raccontarci il nostro quotidiano , di condividere temi importanti. C’è regressione nei rapporti sociali se non c’è comunicazione. L’altra regola era niente cellulare sino alle superiori. Difficile da spiegare e da far accettare ai figli ma essere unici è un pregio! Una battaglia vinta in una società che ti impone lo stesso vestito e il tipo di scarpe..” Perché non ci si parla? Chiede Ivan. “ Perché il dialogo, se ci sono divergenze può portare a liti. Invece ci si deve confrontare con chi ha idee diverse , fuggire non aiuta a capire”. La scrittura? “ Sì, la scrittura aiuta, scrivere i ricordi aiuta a riviverli, rivivi il dolore ma per far ritornare una persona bisogna parlarne. Quando sento più lontana o più vicina Giulia? La sento lontana da quell’11 novembre fino alla fine della mia vita..Risento i suoi consigli, Giulia mi ha spinto dopo la morte di mia moglie ad andare a ballare, quando ho ripreso è stata la mia prima spettatrice e quando ballo..penso a lei e ballo con lei.” E infine a Ivan che ha chiesto come riesce a non desiderare la vendetta ma la felicità, quest’uomo profondamente ferito, ancora una volta risponde con serenità, semplicità, coraggio, dignità, positività . “ Ci sono sentimenti come il dolore che sembrano cattivi ma danno qualcosa. I ricordi danno molto. La vendetta va eliminata perché fa male , la sentiamo nel nostro corpo e ci danneggia..Non è semplice ma è un meccanismo utile se ci concentriamo sulle cose belle, possiamo solo trovare cose belle. Raccogliete nella vita tutto quello che vi dà gioia , appoggiate il piede su questo e fate altri passi per essere felici. “ Anche se sintetizzate, molte le parole virgolettate, nel tentativo di riportare il più fedelmente possibile, un dialogo che ha suscitato grande partecipazione ed empatia, espresse con applausi scroscianti, immensamente grati per questa indimenticabile lezione di vita. Altrettanto emozionante sarà leggere : “Cara Giulia”. E.G.